I richiedenti asilo possono iscriversi all’anagrafe, la Consulta boccia il decreto sicurezza

La Corte Costituzionale ha anticipato con un comunicato che impedire ai richiedenti asilo l’iscrizione all’anagrafe viola l’articolo 3 della Costituzione.

La tanto attesa pronuncia è arrivata e, da ieri, vietare l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo è incostituzionale. 

Come sostenuto a gran voce anche dall’Arci fin dall’entrata in vigore dei decreti sicurezza, l’ufficio stampa della Corte Costituzionale, in attesa del deposito della sentenza, ha anticipato con un comunicato che l’art 13 del D.L. 113/2018 viola il principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della nostra Carta. Il Ministero dell’interno, con la Circolare del 14 agosto, ha chiarito l’obbligo per i Comuni di procedere con l’iscrizione anagrafica dei richiedenti protezione a far data dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale (scarica la Circolare).

Dopo le numerose pronunce dei Tribunali di merito che, dall’ottobre 2018, avevano accolto i ricorsi dei tanti richiedenti protezione internazionale costretti a rivolgersi all’autorità giudiziaria per ottenere l’iscrizione anagrafica, la Consulta ha finalmente sancito l’incostituzionalità della norma proprio mentre si sta avviando l’iter per la modifica dei decreti sicurezza. 

La normativa, che per due anni ha reso invisibili moltissimi richiedenti asilo, condizionando negativamente la loro possibilità di integrarsi nel territorio e nella società, è stata finalmente dichiarata illegittima come era stato sostenuto da più parti sin dall’inizio; come associazione di tutela che ha toccato con mano i danni provocati da una normativa discriminatoria, non possiamo non essere soddisfatti e ci auguriamo che questo sia il primo passo per arrivare a una abrogazione dei decreti sicurezza.

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