Stregoni (Johnny Mox e Above the Tree)

Venerdì 8 luglio 2016, ore 21.00
Piazza Unità d'Italia – Viterbo

Quanto conosciamo delle storie e della musica che arrivano nelle nostre città attraverso i migranti?

Stregoni è il tentativo di comprendere attraverso il linguaggio sonoro quello che sta accadendo dentro e fuori dai confini di un continente segnato dalla più grande crisi politica dalla nascita dell'Unione. Un vero e proprio laboratorio musicale dal vivo, che attraverso una serie di concerti-workshop organizzati sia nei centri profughi che nei club, cerca di raccontare quello che accade ogni giorno non in mare, non ai confini del deserto, ma nelle nostre città.

Partendo dalle musiche ascoltate dai rifugiati e richiedenti asilo e custodite nei loro smartphone, Johnny Mox e Above The Tree realizzano dei loop in tempo reale che costituiscono un punto di partenza, un frammento sonoro da cui creare composizioni originali.

I cellulari rappresentano il principale oggetto narrativo del progetto Stregoni e di questi viaggi di nomadismo digitale. Senza uno smartphone arrivare in Europa è impossibile.

Le ricariche telefoniche sono utilizzate al posto del denaro contante come pagamento per il consumo di beni, i telefonini offrono uno strumento prezioso come il Gps, contengono centinaia di fotografie e video ma soprattutto tanta, tantissima musica.

Da quei suoni comincia il viaggio di Stregoni. Una colonna sonora che vuole raccogliere tutte le voci e le musiche di chi si sposta a fatica lungo i confini del Vecchio Contintente.

Electro-tribalismo, hip hop, psichedelia, afro e gospel si fondono con la musica che risuona nella cuffie dei migranti respinti alla frontiera. Sul palco assieme a Mox e Above the Tree ci saranno di volta in volta musicisti di ogni estrazione e provenienza in un vero e proprio laboratorio-live di Stregoneria.

L'obiettivo finale del progetto Stregoni è quello di ripercorrere la strada dei migranti da Lampedusa a Stoccolma in un lungo viaggio verso nord realizzando un documentario che possa raccontare un'Europa diversa da quella che chiude le frontiere e che fino ad ora si è mostrata incapace di dare una risposta politica forte a questa emergenza mondiale.


Foto: Chiara Ernandes