Verso un laboratorio di quartiere a San Faustino

Il 16 marzo si è tenuto l’incontro formativo su progetti ed esperienze di animazione territoriale da Bologna, Padova e Roma

Venerdì 16 marzo si è svolto presso lo Spazio Arci Biancovolta l’incontro formativo “Verso un laboratorio di quartiere”, organizzato da Arci Viterbo, in collaborazione con LUQ Laboratorio Urbano Quotidiano e Ludoteca Arci Solidarietà e realizzato con il contributo del Comune di Viterbo.

L’evento è stato un’occasione per riflettere sul tema degli spazi da rigenerare come nuovi luoghi di opportunità e innovazione sociale, grazie al racconto di tre importanti realtà italiane che si occupano di rigenerazione urbana.

Leonardo Carocci, sociologo e responsabile del progetto Mediazione Sociale, ha presentato l’esperienza svolta nel rione Esquilino di Roma. Quartiere per antonomasia del melting pot etnico e culturale di Roma, L’Esquilino ha ospitato il primo progetto di Mediazione Sociale (finanziato dal Comune di Roma dal 2005 al 2013) coordinato da un’equipe composta da psicologi, sociologi ed educatori di comunità, che hanno svolto il ruolo di mediatori tra cittadini e istituzioni e tra comunità di diversa nazionalità. Il lavoro è iniziato con una mappatura dei conflitti presenti sul territorio e si è sviluppato con il coinvolgimento della cittadinanza attraverso un percorso di progettazione partecipata. Sono state coinvolte le scuole, le realtà associative e i vari portatori di interesse del quartiere. Il lavoro svolto ha consentito di creare una rete stabile di dialogo e partecipazione tra comunità locale e istituzioni per l’uso e la cura degli spazi comuni. L’esperienza, seppur positiva in termini di coinvolgimento e riconoscimento da parte della comunità, non è potuta proseguire a causa del mancato finanziamento da parte del Comune di Roma.

Marina Molinari, di Piazza Gasparotto Lab+, ha raccontato l’esperienza padovana di attivazione territoriale e culturale di una piazza in stato di abbandono. Piazza Gasparotto è un processo di rigenerazione urbana e innovazione sociale che unisce associazioni, imprese, enti di ricerca, istituzioni e cittadini nella città di Padova. A partire dalla riattivazione della piazza come spazio-laboratorio, il quartiere è diventato uno spazio più vivo e riconosciuto dalla cittadinanza, la quale, grazie anche alla collaborazione con le istituzioni, ha sviluppato un profondo processo di riappropriazione che ha modificato non solo l’aspetto architettonico, ma anche la funzione e l’uso dello spazio, diventando un punto di riferimento per la socialità intergenerazionale.

Simona Beolchi, responsabile della metodologia dell’Area progettuale Ufficio Immaginazione Civica di Bologna, ha presentato il lavoro dell’Urban Center. Attivo da oltre 10 anni, l’Urban Center è diventato il punto di riferimento di eccellenza per le pratiche di partecipazione cittadina a livello nazionale. Il Comune di Bologna, a fronte di un notevole investimento economico nel settore urbanistico – che ha consentito alla città di svilupparsi e crescere dal punto di vista strettamente architettonico – ha operato un capillare processo di coinvolgimento della cittadinanza nelle fasi progettuali e decisionali. Ogni trasformazione della città è stata presentata, scelta e decisa insieme ai cittadini, che hanno quindi acquisito non solo interesse politico, ma anche responsabilità civica e spaziale.

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Tre esperienze, tre scale di intervento e tre città diverse, tutte accomunate dallo stesso obiettivo: creare rete, coinvolgere gli utenti e sviluppare un uso consapevole dello spazio comune.

Molte sono state le domande e le curiosità che hanno coinvolto i partecipanti all’incontro, molti dei quali rappresentanti di realtà associative ed enti del territorio. Si sono approfonditi i temi legati alle difficoltà di coinvolgere il maggior numero possibile di utenti nei vari progetti, alle potenzialità locali che difficilmente vengono espresse e al complicato dialogo tra istituzione pubblica e attività associativa.

Primo di una serie di incontri formativi che verranno organizzati nel corso della primavera 2018, questo evento è stato un importante momento di apprendimento e conoscenza di buone pratiche italiane. Il progetto Verso un laboratorio di quartiere a San Faustino nei prossimi mesi prevederà una fase di ascolto e mappatura dei bisogni del quartiere e una serie di momenti di coinvolgimento della cittadinanza in attività ludico-ricreative in collaborazione con la Ludoteca Arci Solidarietà Viterbo.

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