Sui migranti non c’è emergenza, c’è solo confusione

Arci Solidarietà Viterbo onlus e Arci Comitato Provinciale di Viterbo condannano la violenza fisica e verbale espressa a Acquapendente e ribadiscono l’importanza di un modello di accoglienza diffusa in accordo con gli enti locali per non alimentare le tensioni sociali.

Non c’è emergenza, c’è solo confusione. Arci Solidarietà Viterbo Onlus e il comitato provinciale di Arci Viterbo esprimono una totale condanna alla violenza fisica e verbale espressa ad Acquapendente dove una struttura è stata vandalizzata perché avrebbe dovuto ospitare alcuni richiedenti asilo.

L’emergenza non esiste, esiste solamente un sentimento di confusione e spaesamento dovuto ad una non chiara gestione del sistema di accoglienza da parte degli organi preposti e alle mistificazioni e alle campagne allarmistiche in atto sia a livello nazionale che locale. Piani che si intersecano due volte. Sia a livello propagandistico, con forze che spingono per favorire la tensione, che a livello di gestione dell’accoglienza di migranti, con Comuni spesso scavalcati e non resi partecipi dal Governo centrale in merito alle politiche di integrazione sul territorio. Con una accoglienza pianificata, diffusa e non invasiva si allontana la possibilità che si creino tensioni e che monti l’esasperazione. Il tipo di accoglienza in appartamento, che Arci Solidarietà Viterbo da circa 15 anni coordina sul territorio provinciale con i progetti Sprar, è una buona prassi che viene sollecitata anche dall’ultimo accordo tra Ministero dell’Interno e l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

Contrastare l’accoglienza in grandi centri, preferendo quella in piccoli nuclei divisi in appartamenti in accordo con gli enti locali, è l’unica via per allontanare il pericolo di tensioni sociali e combattere la convinzione di alcuni cittadini di vivere in uno stato di emergenza.

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